Sa, inizio a scoprirmi un po’ e a rendermi un po’ meno
guerriera ai vostri occhi, anzi no, mi definirei guerriera ferita, ma non per
questo perdente eh!!! Sono sempre la “dura” di Casa Cavana io!!!
Se penso ad inizio giugno di 2 anni fa vedo la mia vita perfetta….io
e papy che ci sentiamo 2 volte al giorno per organizzare il 50esimo compleanno
di mamma, naturalmente una festa a sorpresa riuscita alla perfezione, mio
fratello, nemmeno diciottenne che trova lavoro come fabbro a tempo pieno ed
indeterminato, mia mamma che si gestisce il suo negozietto di merceria e intimo
e supera alla grande ogni controllo oncologico in seguito alla sua
operazioncina di qualche anno prima. Io e il mio marti che tra uno sfottò e
l’altro proseguiamo alla grande sulla nostra strada matrimoniale…cosa chiedere
di più??
Un bel fico secco, anzi la speranza è quella che tutto
prosegua così, ma come si suol dire…chi vive sperando muore cagando…(forse non
ve l’ho ancora detto, ma oltre ad essere la guerriera del gruppo sono anche la
meno fine ed il mio linguaggio è spesso simile a quello dello scaricatore di
porti..senza offesa per lo scaricatore eh)
Già già…il mio papy inizia ad avere la febbriciattola
nonostante qua faccia un caldo africano, continua ad avere male alla spalla
destra e tra una scusa e l’altra prima,
si perché noi mica siamo sempre qui a lamentarci eh, tiriamo avanti come dei
forsennati non dando ascolto ai segnali che dall’interno il nostro corpo ci
vuole dare, tra una visita e l’altra dopo, perché poi mamma si è stufata di
vederlo di un colorito non troppo bello, ecco che il mondo mi crolla addosso.
Siamo balzati a settembre, per la precisione il 24
settembre, nonché il diciottesimo compleanno di Alby, ed eccoci seduti, io e il
mio papy, davanti alla scrivania di un primario che ci dice quello che mai e
poi mai avrei voluto sentir dire “Lei signor Valter ha un tumore all’intestino
di 7 cm,
ma quello che mi preoccupa maggiormente è la massa che vedo sul fegato di ben 12 cm”. Voilà.
Sono esattamente 28 parole che mi hanno stravolto la vita.
Questione di 20 secondi per pronunciarle tutte insieme.
Sono stata catapultata in una realtà stranissima, vivevo in
un mondo parallelo, e vi confesso che ancor ora mi capita di essere qui ma di
avere la testa su Giove, su Marte o dove proprio non so.
Non l’ho mai abbandonato, mai! Sono andata con lui a fare
ogni visita, ogni consulto. Passavo da lui ogni giorno quando era ricoverato,
prima qui vicino, poi a Torino e poi nuovamente qui vicino. Gli ho fatto da
infermiera, qualsiasi cosa potessi fare l’ho fatta. Nella nostra sfortuna lui è
stato “bene” fino all’inizio di novembre, quindi l’abbiamo portato dal dottore
che preferiva e abbiamo fatto la strada che lui desiderava fare. Quindi zero
rimorsi e zero rimpianti.
No ma poi voi non sapete con quale guerriero noi avevamo a
che fare…mica balle il papy eh!! Sempre il sorriso sulle labbra e cordialissimo
con tutti….ma un po’ come la nostra Vale aveva anche lui i giorni no…e come lei
era meglio non avvicinarsi troppo in quei giorni, infatti lui e la Vale andavano d’accordissimo.
Era l’aiutante delle infermiere dell’ospedale, preparava lui il caffè, “no ma
fai pure eh papy, proprio come se fosse casa tua”, “Ale, ormai io sto qua” mi
rispondeva lui.
Ma purtroppo siamo arrivati tardi, né operazione, né
terapie, solo aspettare il giorno fatidico, quel 13 Dicembre 2010…ma quando sei
lì non ci pensi, non ci credi, non ci vuoi credere. Io battevo i pugni sulle
scrivanie di ogni dottore, ma purtroppo a nulla è valso. Ci siamo abbracciati
tantissimo, ma l’abbiamo sempre fatto, noi ci capivamo con uno sguardo, eravamo
complici, fatti della stessa pasta, anzi della stessa massa diversamente magra…dei
chiacchieroni, quelli che quando sono in compagnia vogliono avere il mazzo,
quelli che non si spaventano di fronte a nulla…insomma, dei guerrieri.

Sono cresciuta con lui, abbiamo passato i sabati di intere
stagioni a sciare a Pila, io e lui, e la colonna sonora dei viaggi erano solo
loro “The Queen”, ci coalizzavamo contro mamma e Alby per ogni minchiata. Aveva
con il marti un rapporto rispettosissimo, un po’ di gelosia la provava eh, ma
anche questa si dissolveva ogni volta che ci abbracciavamo. Io al mio papino il
bacio lo davo sempre, sempre. Pensate che mi dava persino i consigli per
evitare attriti con i miei suoceri…perché noi eravamo proprio uguali in tutto,
persino nel carattere. Zero peli sulla lingua, ciò che abbiamo nel cuore noi
abbiamo sulla lingua. “Ale questo non ti porterà avanti nel tuo lavoro, ma
potrai sempre camminare a testa alta” e naturalmente io così faccio.
Ogni tanto penso che avrei potuto passare con lui l’ultima
notte, perché sapevo che quella era l’ultima notte, per dirgli quanto lo
adoravo, quanto mi ha insegnato, quanto mi ha dato, ma erano cose che gli avevo
già detto, e lui non era uno che voleva sentirsi dire sempre le stesse cose, “e
che cavolo, sono mica sordo eh?!” Ma in ogni caso ancora oggi, gliele ripeto di
continuo, ma almeno non mi sgrida dicendomi che ripeto sempi la midema (sempre la stessa)
Ti amo papy
...mi sono dilungata, ma il mio papy si merita questo e altro...